Promuovere la sicurezza e il benessere del bambino

Promuovere la sicurezza e il benessere del bambino è una parte costante e integrante del vostro compito e potrebbe anche essere descritta come mentalità. Significa guardare al bambino con la sua sicurezza e il suo benessere in mente in ogni situazione.

Al fine di promuovere il benessere del minore, il tutore deve garantire che i bisogni di carattere legale, sociale, sanitario, psicologico, materiale ed educativo del minore siano soddisfatti1.
Questa parte della guida illustra il vostro ruolo riguardo ai temi:

  • Bisogni individuali e valutazione dei rischi
  • Alloggio
  • Mantenere e ristabilire i legami familiari
  • Assistenza sanitaria
  • Istruzione
  • Bisogni individuali e valutazione dei rischi

    Introduzione

    Lo scopo della valutazione dei bisogni individuali è definire quali misure supportino l’interesse superiore del bambino. La valutazione dovrebbe essere eseguita da un team multidisciplinare in cooperazione con il tutore e con la partecipazione di terzi. Il team potrebbe comprendere professionisti sanitari, servizi di tutela dei minori o operatori sociali, psicologi per l’infanzia, operatori di strutture ricettive e insegnanti.

    I bambini sono a rischio di abusi, violenze e sfruttamento, soprattutto i minori non accompagnati. Parte del compito del tutore è valutare questi rischi e prevenire abusi, violenze e sfruttamento scegliendo misure di protezione adeguate. Osservando i bambini e le circostanze in cui si trovano, farete uso della vostra esperienza e logica per valutare i rischi. Sono state preparate delle liste di controllo per aiutarvi a non perdere di vista il quadro generale e assicurare che nessun segnale sia tralasciato o mal interpretato.

    Informazioni

    Sulla base della valutazione delle esigenze, il tutore dovrebbe elaborare un piano personale per il minore.
    Il piano dovrebbe tenere conto di eventuali esperienze traumatiche alle quali il minore potrebbe essere stato esposto. Dovrebbe tenere in adeguata considerazione le opinioni del minore. Il minore dovrebbe partecipare all’elaborazione del piano, secondo la sua età e maturità. È compito del tutore facilitare la partecipazione del minore fornendogli informazioni adeguate e assicurando che le sue opinioni siano ascoltate e ricevano la giusta considerazione. In ogni caso, il piano dovrebbe essere discusso con il minore e questi dovrebbe dare il suo consenso. Sebbene la valutazione delle esigenze del minore debba cominciare dal momento in cui viene nominato un tutore, il piano personale dovrebbe essere elaborato soltanto dopo che il tutore abbia acquisito una buona conoscenza delle esigenze e dei desideri del minore. Il piano dovrebbe essere periodicamente riesaminato e aggiornato.
    Un piano personale dovrebbe contenere almeno i seguenti elementi fondamentali:

    • disposizioni in materia di accoglienza;
    • misure di sicurezza e protezione;
    • relazione con i genitori;
    • consulenza sociale e psicologica e accesso ai servizi di igiene mentale;
    • offerta di assistenza sanitaria e cure mediche;
    • consulenza legale e rappresentanza legale;
    • istruzione, compresa la formazione linguistica;
    • condizione di migrante ed esigenze di protezione internazionale2.

     

    Formazione e strumenti

    Strumento: lista di controllo dei possibili interventi del tutore in relazione alla sicurezza del minore

    • Informare il minore in merito alle misure di protezione disponibili che possono essere adottate.
    • Richiedere una valutazione dei rischi per il minore.
    • Partecipare attivamente al processo di valutazione dei rischi insieme con i rappresentanti di altre autorità competenti, i funzionari delle autorità di contrasto e il rappresentante legale del minore.
    • Valutare periodicamente il rischio di scomparsa del minore dal centro di accoglienza.
    • Assicurare che le opinioni del minore siano ascoltate e ricevano la giusta considerazione, secondo la sua età e maturità.
    • Informare le autorità competenti della disponibilità di nuove informazioni riguardanti la sicurezza del minore che possono comportare una modifica delle misure di protezione adottate.
    • Richiedere che la valutazione dei rischi sia riesaminata e documentata, qualora emergano nuove informazioni che possono comportare misure diverse o supplementari.
    • Assicurare che, in caso di scomparsa del minore, le autorità competenti ne ricevano comunicazione immediata e si attivino per rintracciarlo.
    • Quando le vittime sono cittadini di paesi terzi, ricordare periodicamente alle autorità interessate di non condividere informazioni sullo status del minore quale vittima della tratta con le autorità del paese d’origine prima di aver completato la valutazione dei rischi3.

     

    Strumento per i bisogni individuali: il modello BIC e le condizioni per lo sviluppo

    Il professore olandese Kalverboer ha sviluppato il modello BIC (Best Interest of the Child), che specifica 14 condizioni per un buono sviluppo. L’ipotesi principale è che se tutte le condizioni sono soddisfatte, è garantito uno sviluppo favorevole del bambino e si può parlare di sicurezza. Il modello BIC è la base per elaborare le valutazioni pedagogiche al “Centro studi per minori, migrazione e legge” all’Università di Groningen. Aiuta a sottolineare la qualità dell’ambiente educativo del minore e a paragonarla con situazioni alternative. Prendere decisioni in favore dell’ambiente con la qualità più alta fornisce ai minori migliori opportunità, ed è nel loro interesse. Il modello BIC è stato adattato per i minori non accompagnati e può essere trovato qui.

    Strumento per i bisogni individuali: questionario sulle capacità e sulle difficoltà (SDQ)

    Il Questionario sulle capacità e sulle difficoltà è una breve lista di controllo per misurare i problemi psicologici e le capacità dei bambini di età tra i 2 e i 17 anni. Esistono diverse versioni: una per gli insegnanti, una per i genitori e una per i bambini. Il centro di competenza all’Università di Groningen in Olanda ha avuto buoni risultati utilizzando la lista SDQ per i bambini rifugiati. Il questionario è semplice da compilare ed è disponibile in molte lingue. È possibile trovarlo qui.

    Strumenti di analisi per i bambini non accompagnati richiedenti asilo

    Un progetto olandese di ricerca longitudinale (2001-2004) ha determinato il livello di sofferenza psicologica dei minori non accompagnati, il loro bisogno di assistenza alla salute mentale, la disponibilità di tale assistenza per questo gruppo e, infine, la connessione tra tutti questi fattori. I risultati di questa ricerca forniscono indicazioni su come l’accessibilità all’assistenza mentale professionale possa essere migliorata per i bambini non accompagnati. L’obiettivo secondario del progetto era convalidare e standardizzare gli strumenti di analisi per questo gruppo. Gli strumenti sono idonei per creare un rapido inventario dei sintomi sperimentati dai bambini e dagli adolescenti rifugiati. È possibile trovarli qui.

    Linee guida per valutare il rischio di suicidio

    In Olanda Nidos ha sviluppato delle linee guida per valutare il rischio di suicidio. Queste linee guida sono basate su quelle di Ad Kerkhof, professore olandese di psicologia clinica, psicopatologia e prevenzione suicidi. Il materiale è disponibile qui.

    Segnali di traffico di esseri umani

    Nidos ha anche approntato una lista con segnali “gravi” e “lievi” di traffico di esseri umani, basata sulla letteratura e sulle esperienze. Tale lista è utile durante il primo incontro con il minore, e in qualsiasi altro momento durante la tutela in cui si debbano decidere misure di protezione appropriate, come ad esempio spostare il bambino in un rifugio protetto. La lista è disponibile a pagina 34 del manuale ALFACA.

    Misure per identificare e proteggere i bambini che potrebbero essere vittime di tratta

    Nel Regno Unito, ECPAT descrive in “Lighting the way” (2017) le misure da adottare da parte di avvocati e tutori per identificare meglio e proteggere i bambini che potrebbero essere vittime di tratta. Si tratta di una guida pratica per professionisti e autorità per migliorare l’assistenza a questi bambini. La guida è disponibile qui.

    Guida per la determinazione del superiore interesse del bambino

    Le Linee guida dell’UNHCR sulla determinazione del superiore interesse del bambino‘ (2008) e il Manuale operativo dell’UNHCR per l’implementazione delle linee guida sulla determinazione dell’interesse superiore del bambino, ad opera dell’UNHCR e dell’International Rescue Committee‘ (2011), forniscono una guida completa per le autorità responsabili e i professionisti coinvolti nel processo decisionale e spiegano come mettere in pratica i principi del superiore interesse nel momento in cui si identificano e implementano soluzioni a lungo termine per i bambini non accompagnati. Entrambi descrivono come utilizzare i modelli BIA e BID.

    Strumento per la guida dei bambini eritrei non accompagnati in Olanda

    Nel 2018 il progetto Dutch Veerkracht (resilienza), istituito da Nidos e da Arq Psychotrauma Expert Group e gestito come parte del programma olandese AMIF (Asilo, Migrazione, Fondo per l’Integrazione), ha sviluppato dell’utile materiale (in olandese) sulla guida dei bambini eritrei non accompagnati. Sono presenti informazioni, spunti, consigli concreti e strumenti per supportare la resilienza dei bambini non accompagnati.

    Formazione: massive Online Open Course for Children on the Move (MOOC4CoM)

    Il Centre for Excellence for Looked After Children in Scozia (CELCIS), presso l’università di Strathclyde di Glasgow, insieme al FXB Center for Health and Human Rights dell’università di Harvard e altri partner, dal 2019 offre un corso online aperto. La formazione aiuterà i professionisti ad avere un approccio a “non far del male” e che sia nell’interesse superiore del bambino, proteggendolo dalla violenza attraverso strumenti di assistenza appropriati in linea con gli standard internazionali. Il MOOC mira ad aumentare le conoscenze dei professionisti impegnati in prima linea e a supportare pratiche migliori man mano che essi prendono decisioni riguardo all’assistenza e all’interesse superiore dei bambini migranti. Maggiori informazioni qui.

    Linee guida sulla protezione dei bambini dalla violenza
    Nel 2009 il Consiglio d’Europa ha emanato le Linee Guida per la definizione di strategie nazionali integrate di protezione dei bambini dalla violenza. Sono disponibili qui.

    Guida per la prevenzione e la risposta alla scomparsa di minori non accompagnati
    Il manuale del progetto SUMMIT (2016) descrive come prevenire e rispondere alla scomparsa dei bambini non accompagnati. Fornisce anche modelli pratici e liste di controllo. E’ disponibilequi.

    Buone pratiche

    Germania: permesso prima di viaggiare

    JSN, l’organizzazione che fornisce tutela ai bambini non accompagnati nella regione del Süd-Niedersachsen (Bassa Sassonia del Sud), ha creato una procedura per la sicurezza dei minori al fine di proteggerli dai trafficanti quando vogliono viaggiare.

    Un tutore o un operatore sociale compila, prima di dare il permesso di viaggiare, un modulo insieme al bambino, annotando nome, indirizzo e telefono della persona che il minore vuole visitare. Il tutore o operatore deve contattare la persona e verificare l’indirizzo. Gli Uffici assistenza giovanile di diverse città cooperano in questa procedura per evitare il traffico di essere umani. Il modulo è disponibile qui.

    Scozia

    Il Servizio Tutela scozzese è un progetto gestito dal Consiglio Scozzese per i Rifugiati in cooperazione con Aberlour Childcare Trust, entrambi esperti nel proprio campo. Il servizio offre supporto faccia a faccia e sostegno per tutti i bambini separati che si siano resi noti alle autorità in Scozia. Supporta inoltre le autorità locali e le agenzie esterne fornendo informazioni, consigli e consulenza riguardo ai minori durante il processo di asilo e d’immigrazione. Lo scopo generale di questo servizio è migliorare l’esperienza dei bambini separati e la comprensione dei processi d’immigrazione e d’assistenza, e assicurare che i minori ricevano servizi appropriati per i loro bisogni e diritti. Il Servizio Tutela ha elaborato un manuale di formazione con un’utile griglia per mappare i campi chiave che possono impattare sulla resilienza dei bambini. Questo strumento può aiutare a identificare i punti di forza e a sviluppare le aree più deboli nella vita del bambino. La griglia è disponibile a pagina 19 del Manuale di formazione.

  • Alloggio

    Introduzione

    Gli stati membri dell’UE sono tenuti a fornire un supporto adeguato ai bambini non accompagnati, anche per l’alloggio. Come tutori, è di norma vostra responsabilità accertarvi che la sistemazione del bambino sia idonea. La responsabilità della sua cura quotidiana probabilmente riguarderà anche altri servizi.

    Al fine di assicurare condizioni di vita adeguate, il tutore dovrebbe fare visita al minore nel luogo in cui risiede e consultarlo in un contesto confidenziale. Il tutore dovrebbe dare seguito a ogni reclamo o violazione presunta o accertata dei diritti del minore13.

    Informazioni

    Articolo: è una casa ma non è casa mia

    L’università di Groningen ha comparato i pareri dei bambini non accompagnati alloggiati in quattro diversi tipi di strutture in Olanda riguardo al loro benessere, alle condizioni di vita e all’inserimento nella società olandese. Dalla ricerca è emerso che i bambini alloggiati in famiglie accoglienti sono più positivi riguardo al loro inserimento nella società olandese. I minori che vivono nelle piccole unità e nei piccoli gruppi spesso sentono la mancanza di legami affettivi, attenzione, supporto e stabilità nelle proprie vite. I minori nei campus solitamente dicono di sentirsi soli, tristi ed esclusi dalla società olandese. Essi sperimentano mancanza di attenzioni e supporto dagli adulti. La qualità dell’ambiente di crescita nei campus è stata giudicata dai ricercatori talmente bassa che queste strutture sembrano essere inappropriate per i minori non accompagnati. Lo studio è descritto nell’articolo “It is a house but it isn’t my home” (2016), che è disponibile qui.

    Formazione e strumenti

    Strumento: lista di controllo dei possibili interventi del tutore in relazione all’alloggio e all’assistenza materiale

    • Verificare che le modalità di accoglienza e assistenza residenziale siano adeguate per lo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale del minore; il tutore dovrebbe segnalare eventuali problemi da affrontare a coloro che forniscono l’alloggio al minore; ove opportuno, dovrebbe essere prevista la partecipazione e la consultazione di mediatori culturali.
    • Fornire al minore informazioni sui suoi diritti e obblighi in relazione alla struttura di accoglienza e accertare che il minore conosca i suoi diritti e il modo in cui presentare un ricorso.
    • Accertare che il minore sia informato in merito ai diritti e agli obblighi del personale e degli assistenti nelle strutture di accoglienza e che sia in grado di distinguere il proprio ruolo e le proprie responsabilità da quelli del tutore.
    • Promuovere l’accesso del minore ad attività di tempo libero, compresi il gioco e le attività ricreative consone alla sua età e maturità e ai suoi interessi. Tali attività dovrebbero essere offerte all’interno della struttura di accoglienza o nella comunità, se opportuno, e dovrebbero mirare a facilitare la comunicazione e le interazioni del minore con i coetanei e la comunità locale14.

     
    Strumento per valutare e migliorare le condizioni di accoglienza

    Il progetto CONNECT (2014) ha elaborato la guida LOCAL COOPERATION FOR UNACCOMPANIED CHILDREN, ovvero cooperazione locale per minori non accompagnati. La guida è utile per valutare e migliorare le condizioni di accoglienza. Contiene anche un piano di azione e utili fogli di lavoro ed è disponibile qui.

    Buone pratiche

    Grecia: vita indipendente supportata (SIL)

    METAdrasi è favorevole a forme di accoglienza alternative, come ad esempio l’innovativo programma di accoglienza familiare per bambini ad Atene e Salonicco. Con il supporto dell’UNICEF, a gennaio 2018 METAdrasi ha lanciato anche il primo appartamento del progetto vita indipendente supportata (SIL) per i minori non accompagnati in Grecia. L’obiettivo del progetto pilota SIL è gettare le fondamenta per implementare la vita indipendente supportata come forma di assistenza ulteriore. Esso mira anche a fornire un alloggio sicuro e un pacchetto di servizi di aiuto (psicosociale, medico, educativo, accesso a tutela e assistenza legale, interpreti). Tali servizi forniscono un livello di assistenza e supervisione appropriato, mentre favoriscono l’autonomia dei ragazzi di 16-18 anni, l’acquisizione e lo sviluppo delle capacità, e la transizione dall’indipendenza all’età adulta.

    Olanda: rifugi protetti per le vittime di tratta

    Dopo il progetto pilota iniziato nel gennaio 2008, i rifugi protetti sono diventati parte integrante del sistema di accoglienza olandese per i bambini non accompagnati alla fine del 2010. I minori non accompagnati dai 13 anni in su, che appartengono alla categoria di bambini maggiormente a rischio di scomparsa a causa del traffico di esseri umani, vengono da allora alloggiati nei rifugi protetti. Esistono tre rifugi, con una capacità totale di 66 posti, che ricevono il supporto di quattro tutori di Nidos. Un quarto sito ha aperto nel gennaio 2016 nel sud dell’Olanda e i suoi 24 posti sono stati ricavati dagli altri rifugi del nord. Tutti sono gestiti da istituzioni specializzate in assistenza giovanile, impiegate dalla COA (Agenzia centrale per l’accoglienza dei richiedenti asilo).

    Finlandia: comune di Hämeenkyrö

    In Finlandia l’alloggio dei bambini non accompagnati avviene in due fasi: accoglienza e integrazione. Nella fase di accoglienza i bambini vivono in genere in case di alloggio collettivo o sovvenzionato. Nella fase d’integrazione, dopo aver ricevuto il permesso di soggiorno e un “comune di residenza”, si trasferiscono in case di alloggio familiare. Questo può significare muoversi verso un’area completamente diversa, a seconda del comune di residenza assegnato. Il comune di Hämeenkyrö permette ai bambini non accompagnati di vivere nella stessa casa-famiglia, indipendentemente dallo status di rifugiato. Inoltre, essi hanno accesso ad assistenza fino al compimento dei 21 anni d’età. Maggiori informazioni in finlandese.

  • Mantenere e ristabilire i legami familiari

    Introduzione

    Come tutori, conoscerete il bambino man mano che conoscete la sua famiglia allargata: chi è importante per il bambino, chi vuole che egli riesca a fare bene, chi può aiutarlo nella situazione in cui si trova e cosa desidera la famiglia per il minore.

    I minori non accompagnati provengono normalmente da culture collettiviste e coinvolgere la rete familiare nell’orientamento è logico e naturale. Come descritto in precedenza, molti studi dimostrano che il contatto con la famiglia biologica è un fattore protettivo importante.
    La famiglia biologica può avere un ruolo importante per:

    • assistere il minore;
    • sollevare il minore dal peso che sente nel momento in cui non porta a termine l’obiettivo della fuga;
    • alleviare la pressione sul minore per il ricongiungimento familiare;
    • preoccupazioni riguardo il comportamento del bambino (autorità pedagogica);
    • problemi di salute;
    • lavorare sul piano di rimpatrio;
    • le decisioni da prendere;
    • collocamento in una famiglia accogliente; se approvata dalla famiglia biologica è di aiuto al minore15.

     
    Dovrete utilizzare le conversazioni con il minore per comprendere la sua posizione all’interno della famiglia, della rete sociale e di supporto, e per capire quale ruolo queste persone possano avere nella sua vita.

    Informazioni

    Sia il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) che il Servizio Sociale Internazionale (SSI) forniscono aiuto concreto nel ristabilire i legami familiari. Il sito internet del CICR Trace the Face è particolarmente utile: diverse società nazionali della Croce Rossa in Europa pubblicano foto di persone che cercano i propri cari scomparsi. È possibile trovare il sito Trace the Face qui.

    Formazione e strumenti

    Strumento: lista di controllo dei possibili interventi del tutore in relazione alla ricerca della famiglia

    • Adoperarsi affinché la ricerca della famiglia avvenga quanto prima in seguito all’identificazione e con il consenso del minore.
    • Tenere presente che la ricerca della famiglia (ripristino dei contatti con la famiglia) non deve avere luogo quando sussistono seri motivi per ritenere che il ripristino dei legami familiari possa mettere in pericolo il minore o i familiari.
    • Sulla base della particolare situazione di ciascun minore, aiutare il minore a rintracciare la famiglia e/o a instaurare e mantenere comunicazioni e legami con la sua famiglia quando si ritiene che ciò sia nell’interesse superiore del minore.
    • Cooperare con le autorità pubbliche competenti ed eventualmente richiedere l’assistenza di altre organizzazioni e autorità, per esempio l’Organizzazione internazionale per le migrazioni o la Croce Rossa.
    • Una volta rintracciata la famiglia, e prima del ricongiungimento familiare e del rimpatrio, assicurare che sia condotta una valutazione dei rischi per accertare l’idoneità dei genitori e/o di altri familiari a prendersi cura del minore e rappresentarne gli interessi.
    • In tutte le iniziative volte a rintracciare o ricongiungere le famiglie, agire nell’interesse superiore del minore e rispettare tutte le disposizioni previste dalla legge16.

     
    Buone pratiche

    Olanda

    Contatto con la famiglia biologica

    Proprio come accade per i minori in affido, anche quelli non accompagnati hanno un’importante connessione con la propria famiglia biologica e nutrono una forte lealtà verso di essa. Potrebbero temere di trovarsi così bene con la famiglia accogliente al punto da sentirsi come se stessero tradendo la famiglia biologica.
    Potrebbero inoltre essere preoccupati di perdere la propria famiglia se si attaccano a quella accogliente.
    Nidos ha scoperto che è meglio rispettare il minore in questo, e che è di grande supporto sia per il minore che per la famiglia accogliente l’avere contatto (meglio se su base regolare) con la famiglia biologica. L’affido olandese dichiara che è importante che i genitori biologici diano al figlio un “permesso emotivo” per stare con la famiglia affidataria. Ciò rende molto più semplice per il minore entrare in contatto con la “nuova” famiglia. La fiducia e il rispetto reciproco tra la famiglia biologica e quella accogliente supportano il minore nell’adattamento17.

    Cross-Border Networking

    Nella ricerca di metodi efficaci, Nidos ha raccolto molte esperienze positive coinvolgendo la rete familiare.
    Basandosi su un approccio metodologico simile a quello di Family Group Conference in Nuova Zelanda, nel 2013 è stata lanciato il networking internazionale Cross-Border Networking (CBN). Al centro della metodologia ci sono le reti esistenti, immaginarie ed internazionali che sono coinvolte nel supporto e nell’orientamento dall’inizio. Dall’arrivo dei minori siriani e eritrei nel 2014-2015 è diventato parte del normale lavoro di Nidos mantenere contatti con le famiglie. Non ci sono ostacoli perché il minore ha diritto all’asilo e la famiglia è favorevole al contatto per permettere il ricongiungimento il più presto possibile. Specialmente con i minori siriani è spesso semplice entrare in contatto con le famiglie via telefono o Skype.

    Danimarca

    La Croce Rossa Danese ha avuto esperienze positive nell’intraprendere un ruolo attivo, se il minore concorda, contattando il più presto possibile la famiglia all’estero. Gli operatori spiegano le opportunità realistiche per il minore e le possibilità per il ricongiungimento familiare, illustrando come la famiglia possa contribuire. Le aspettative irraggiungibili possono così essere eliminate, sollevando il minore da un grosso peso. L’uso degli smartphone rende la cooperazione con le famiglie all’estero molto più semplice che in passato18.

  • Assistenza sanitaria

    Introduzione

    Come tutore, hai uno specifico ruolo nella tutela della salute del minore. Il ruolo del tutore consiste nel fornire al minore le informazioni pertinenti, facilitare l’accesso del minore ai servizi medici e offrire sostegno quando è necessario prendere decisioni importanti4. Hai un ruolo di supervisione qualora si rendano necessarie cure mediche o psicologiche, e potresti essere la persona che deve dare il permesso per la prestazione di servizi sanitari per il bambino.

    Occorre prestare particolare attenzione agli aspetti dell’assistenza sanitaria che presentano specificità di genere o sono legati al tipo di sfruttamento subito, per esempio:

    • problemi di salute riproduttiva per le ragazze vittime di tratta;
    • esami clinici volontari e consulenza confidenziale sulle malattie trasmissibili per i minori vittime della tratta a fini di sfruttamento sessuale;
    • dipendenza da droghe e/o alcol5.

     

    Informazioni

    Benessere psicologico

    Si riscontrano diversi problemi comportamentali ed emotivi nei bambini rifugiati, in particolare nei minori non accompagnati: problemi di sonno, attacchi di panico, isolamento sociale, apatia, incubi, diversi problemi di sviluppo, mal di testa, comportamenti iperattivi, depressione, passività, problemi di concentrazione, sintomi di ansia, solitudine, angoscia da separazione, bassa autostima, problemi digestivi e disturbi alimentari6.

    Trauma e stress

    I minori non accompagnati spesso devono affrontare traumi, perdita, esperienze di viaggio spiacevoli e preoccupazioni riguardo alla famiglia che hanno lasciato, nonché lo stress riguardo alla procedura d’asilo e il ricongiungimento familiare. L’esito negativo della procedura d’asilo e delle altre procedure di residenza, o una lunga procedura di ricongiungimento familiare, possono avere effetti dannosi, causando al minore ulteriore stress. Lo stress derivante dall’incertezza e dalla tensione non permette il recupero dal trauma7.

    Aiuto psicologico

    Il benessere emotivo dei minori non accompagnati è di serio interesse per il supporto e l’accoglienza.
    Comportamenti autodistruttivi e suicidi si verificano con frequenza nei grandi centri d’accoglienza, ma non nelle famiglie accoglienti.

    Possiamo presumere che i minori non accompagnati non sempre vengano indirizzati ai servizi di assistenza psicologica in tempo utile. Le organizzazioni per la salute mentale non sono sempre culturalmente appropriate o idonee per l’instabile situazione di questi bambini. Il supporto psicologico transculturale, se disponibile, è più adatto per i rifugiati8.

    Formazione e strumenti

    Strumento: lista di controllo dei possibili interventi del tutore in relazione all’assistenza sanitaria

    • Assicurare che le vittime minorenni siano munite della tessera sanitaria necessaria o di un altro documento che consenta loro di accedere ai servizi di assistenza sanitaria.
    • Indirizzare il minore verso il servizio medico pertinente, prendere appuntamenti, accompagnare il minore, assicurare che prenda nota degli appuntamenti e delle visite di controllo e accertare che comprenda le informazioni ricevute.
    • Segnalare al prestatore di assistenza sanitaria la necessità di fornire informazioni adeguate e a misura di minore in una lingua che il minore possa comprendere, se pertinente.
    • Fornire, o aiutare il minore a fornire, il consenso informato prima che si sottoponga a esami clinici o cure mediche, ove prescritto dall’ordinamento nazionale.
    • Assicurare che i minori non siano sottoposti a esami medici non necessari.
    • Assicurare che uno specialista valuti le esigenze psicosociali del minore e, se necessario, avviare le cure necessarie.
    • Chiedere ai prestatori di assistenza sanitaria di prestare particolare attenzione alle specificità di genere e culturali, per esempio facendo in modo che le ragazze siano visitate da un medico donna, se lo preferiscono, o assicurando che il cibo somministrato durante l’ospedalizzazione sia culturalmente .
    • Adoperarsi affinché siano messi a disposizione adeguati servizi di interpretariato9.

     

    Strumento: lista di controllo dei segnali di problemi psicologici e fisici nei bambini

    Questa lista, sviluppata dall’Istituto olandese per i diritti umani e le valutazioni mediche (iMMO), può essere d’aiuto nell’identificare i problemi fisici e psicologici. La lista deriva dal Protocollo di Istanbul (NU, 1999).

    Strumenti per il supporto psicologico

    Maggiori informazioni sul supporto psicologico possono essere trovate nel materiale di approfondimento che è parte del progetto ALFACA. Il materiale descrive le modalità di supporto dei bambini stranieri non accompagnati con problemi di sviluppo. Questi bambini necessitano di un supporto ulteriore per il proprio sviluppo personale. Il materiale tratta di varie problematiche dell’attaccamento e psicologiche che possono mettere lo sviluppo del bambino non accompagnato a rischio. Questi includono il trauma, la depressione, tendenze al suicidio e condotte inappropriate. Sono trattate anche le modalità di offrire specifica assistenza psicologica ai rifugiati. Le diverse questioni sono considerate da diverse angolature, influenzate dalle esperienze dei diversi paesi europei. Questo aiuta i professionisti a scegliere l’approccio più adatto alla situazioni specifica.
    Il materiale è stato sviluppato principalmente per professionisti specializzati. Fornisce formazione dedicata a coloro che sono interessati nel supporto dei minori stranieri non accompagnati con problemi personali di sviluppo, come terapisti, psicologi, esperti di scienze comportamentali e altri professionisti coinvolti nel trattamento. Il materiale può essere trovato qui.

    Manuale PALOMA per il supporto della salute mentale dei rifugiati (in finlandese)

    Questo manuale ha una vasta lista di strumenti per il supporto della salute mentale e una sezione su come lavorare in modo culturalmente sensibile. I tutori troveranno le informazioni generali e specifiche molto utili. Il manuale è disponibile qui.

    Strumento: approccio culturalmente sensibile alla salute mentale (in finlandese)

    Questo strumento offre informazioni sull’approccio culturalmente sensibile alla salute mentale sviluppato dal Distretto Ospedaliero di Helsinki e Uusimaa. La guida è disponibile qui.

    Buone pratiche

    Olanda: trattare le esperienze traumatiche

    Attualmente nei Paesi Bassi si consiglia generalmente di reinserire i minori in una routine quotidiana il più presto possibile dopo aver vissuto esperienze traumatiche. Questo permette loro di sperimentare la sicurezza nel presente, il che riduce lo stress di essere stati in pericolo (ipervigilanza). Gli esperti sono anche consci che l’interrogatorio sul trauma porta con sé il rischio di essere traumatizzati nuovamente e dovrebbe perciò essere effettuato il meno possibile.
    I minori rifugiati traumatizzati che non sono capaci di recuperare da soli necessitano assistenza specialistica.
    Essere traumatizzati può anche ostacolare la richiesta d’asilo se il minore non è in grado di fare una
    dichiarazione riguardo la propria esperienza traumatica.

    Implicazioni per la guida:

    • offrire ai minori una routine (quotidiana) adatta il più presto possibile
    • discutere le esperienze traumatiche solo con i minori che hanno chiaramente espresso di volerlo fare (niente interviste non richieste)
    • acquisire conoscenza sull’elaborazione del trauma e sui sintomi ad esso collegati
    • offrire assistenza professionale se i sintomi persistono
    • portare all’attenzione dell’avvocato e dell’intervistatore che il trauma potrebbe impedire di rispondere correttamente durante il colloquio per la procedura d’asilo10.

     
    Svezia: centri di cura per vittime di guerra e torture

    In Svezia la Croce Rossa ha molti centri di cura per le vittime della guerra e della tortura. Le informazioni sui centri di cura sono disponibili qui.

  • Istruzione

    Introduzione

    Al fine di rispettare il diritto dei minori all’istruzione, gli Stati membri dell’UE dovrebbero valutare la possibilità di garantirne l’accesso a tutti i minori, al di là dell’età scolastica obbligatoria e al di là della scuola dell’obbligo. L’iscrizione a scuola dovrebbe avvenire in seguito al necessario periodo di recupero e in consultazione con il minore. I minori dovrebbero avere accesso a corsi di lingua, se necessario.

    Come tutore dovresti raccogliere informazioni sul precedente percorso educativo del minore, fornirgli informazioni adeguate sulle opportunità educative e i programmi di istruzione disponibili e quindi elaborare, in consultazione con il minore, un piano educativo personale. Questo piano specifico dovrebbe rientrare nel piano personale più generale elaborato per il minore.
    Dovresti garantire che il minore riceva tutto il sostegno psicologico ed educativo necessario per il suo inserimento nell’ambiente scolastico e per superare eventuali difficoltà di apprendimento derivanti da disturbi post-traumatici o da una lunga assenza da scuola11.

    Strumenti e formazione
    Strumento: Lista di controllo dei possibili interventi del tutore in relazione all’istruzione

    • Adottare tutti i provvedimenti necessari per la riuscita registrazione e iscrizione del minore a scuola o in un altro istituto di istruzione, sulla base del piano educativo.
    • Intrattenere contatti frequenti con il personale scolastico e chiedere informazioni sui progressi del minore e sul suo comportamento a scuola.
    • Partecipare alle riunioni scolastiche e agli incontri fra genitori e insegnanti.
    • Discutere difficoltà e problemi con gli insegnanti del minore.
    • Consultare il minore riguardo al piano educativo e alle eventuali difficoltà che incontra e, se necessario, organizzare un sostegno adeguato in collaborazione con altri enti, per esempio le ONG che offrono corsi di lingua o lezioni di sostegno12.

     

    Buone pratiche

    Tedesco: lezioni aggiuntive

    I rifugiati in Germania frequentano lezioni speciali per apprendere la lingua. Jugendhilfe Süd-Niedersachsen fornisce assistenza ai minori non accompagnati offrendo loro lezioni aggiuntive di tedesco e aiutandoli con altre materie insegnate a scuola.