Lavorare con le altre parti interessate

Un minore non accompagnato ha in genere più di un fornitore di servizi ad assisterlo, per esempio i servizi sociali (operatori sociali), di alloggio (accoglienza in famiglia, piccole unità abitative o strutture residenziali d’accoglienza), i servizi medici e educativi.

Come tutori, dovete conoscere tutti gli attori coinvolti. Essere in contatto con loro e con altre parti interessate vi aiuterà a identificare più professionisti che potrebbero essere utili per gestire al meglio la relazione con il bambino e rispondere ai suoi bisogni. La condivisione del piano d’assistenza, senza perdere di vista la privacy, e la condivisione d’informazioni riguardo alle aspettative e i bisogni del minore, contribuiranno a decisioni positive e ad agire nell’interesse superiore del bambino.

La posizione, le responsabilità e i compiti del tutore non sono sempre chiari agli altri. È perciò importante che chiariate la vostra posizione quando prendete contatto con loro: chi siete e qual è il vostro ruolo?

  • Formazione e strumenti

    Rafforzare la cooperazione tra gli attori

    Il progetto CONNECT (2014) ha elaborato “Who’s responsible?”, uno strumento per potenziare la cooperazione tra gli attori coinvolti nel sistema di protezione internazionale per i bambini non accompagnati. È disponibile qui.

    Standard per la cooperazione con altri attori

    Il progetto CONNECT (2014) ha sviluppato la guida “Standards to ensure that unaccompanied migrant children are able to fully participate”, ovvero standard per assicurare la piena partecipazione dei bambini migranti non accompagnati, per assistere gli attori giuridici nei procedimenti legali e giudiziari. Sono compresi standard per cooperare con altri attori ed esempi di pratiche degne di nota. È disponibile qui.

    Protocollo per la cooperazione tra gli attori coinvolti

    Il Servizio Tutela scozzese nel 2013 ha elaborato un Manuale che include un utile protocollo per la cooperazione tra attori coinvolti nell’assistenza dei bambini non accompagnati nell’appendice 1 (pp. 69-85). Descrive, tra le altre cose, i diversi ruoli, le diverse responsabilità e i compiti di chi è coinvolto nei servizi di assistenza.

    Formazione e guida per creare fiducia e supportare il bambino attraverso la cooperazione

    Il documento fornisce informazioni (in finlandese) sulla cooperazione multidisciplinare, sulla legislazione di tutela dell’infanzia e sulla condivisione d’informazioni. Si rivolge a chiunque lavori con bambini e famiglie. La formazione consiste in un manuale e in formazione online (Istituto nazionale finlandese per la salute e il benessere).

  • Buone pratiche

    Croazia: rafforzare la cooperazione tra le parti interessate

    Il Protocollo croato sul trattamento dei bambini non accompagnati stabilisce l’istituzione di un comitato interdipartimentale per la protezione dei minori migranti non accompagnati. Il comitato deve essere composto da rappresentati dei ministeri responsabili per gli affari sociali, per gli affari nazionali e istruzione, dall’ufficio per i diritti umani e per i diritti delle minoranze nazionali, dalle organizzazioni internazionali che si occupano della protezione dei bambini e dei diritti dei rifugiati e, dove appropriato, da organizzazioni della società civile impegnate nella protezione dei diritti dei minori.

    Il comitato interdipartimentale è nominato dal governo e il suo lavoro è coordinato dal ministro responsabile per gli affari sociali. Il comitato mira a migliorare la cooperazione nelle agenzie tra l’amministrazione statale e le altre parti coinvolte nella protezione dei minori non accompagnati.

    Italia: rete di tutori

    La Regione Veneto ha istituito un sistema di tutela basato sul networking. La rete è stata creata da un gruppo di professionisti dei servizi sociali, nominati promotori del progetto di tutela, e agenti locali. In seguito sono state costituite altre reti: una di partner istituzionali, una di tutori e una di fornitori di servizi all’interno del sistema di protezione. Questa strategia ha dato al progetto maggiore solidità e ha creato una risorsa in loco che prende in considerazione i bisogni locali.